“ERA DA TEMPO che l’Etiopia aveva smesso di essere uno dei principali Paesi coinvolti nell’adozione internazionale. Ma certo non ci aspettavamo una decisione così repentina”. A parlare è Gianfranco Arnoletti, presidente della Cifa, Ong da tempo attiva nelle adozioni internazionali, soprattutto per quanto concerne l’Etiopia”. Il disappunto di Arnoletti arriva il giorno dopo che il parlamento etiope ha varato la legge che vieta le adozioni internazionali. L’approvazione della legge ha sollevato diverse polemiche interne al parlamento etiope. Alcuni hanno infatti definito “inappropriata” la misura, considerando l’intenzione dello stesso Governo di farsi carico dei bambini orfani in centri locali. Altri hanno invece evidenziato il fatto che tale divieto aiuterà ad alleviare i problemi psicologici e di identità dei bambini. Questo secondo punto di vista prende spunto, in modo un po’ speculatorio, da un acceso dibattito scoppiato dopo il caso americano del 2011 di Hana Grace-Rose William, 13enne etiope morta di fame e abusi e i cui genitori adottivi sono stati condannati per omicidio colposo. Il testo infatti sottolinea che orfani e ragazzi vulnerabili vanno  “difesi e tutelati da abusi all’estero”, affidandone la cura a “meccanismi locali di sostegno”. Solo che in realtà, come confermato dal presidente di Cifa, questi centri non sono ancora qualitativamente pronti.

“La legge dibattuta in Etiopia in realtà è vecchia. Sono anni che il Governo etiope spinge in questa direzione – prosegue il presidente di Cifa – Da una parte c’è una sempre maggiore tendenza del paese verso il nazionalismo. Vince l’idea che se si riescono ad abbattere gli indici di adozione, il paese dimostra che ha le risorse e le forze per occuparsi della sua infanzia. Considerazioni queste, molto apprezzate dalla Banca Mondiale. Se solo ci fosse trasparenza però. Non credo che in Etiopia si sia già in grado di accogliere tutti i bambini bisognosi. Sarebbe stato saggio un processo più graduale. I centri sono ancora inadeguati”.

“Noi negli ultimi quattro anni abbiamo dirottato le richieste ad altre nazioni perché conoscevamo l’instabilità della situazione nel paese del Corno d’Africa – racconta Arnoletti – Ma la velocità con cui è stata approvata la legge ci ha colti di sorpresa. Proprio martedì, un giorno prima dell’annuncio, eravamo tutti molto ottimisti. Avevamo avuto un incontro con la controparte etiope che ci aveva rassicurato sui tempi della decisione. C’è qualcuno che ha parlato di un ‘blitz’, in assenza di quei parlamentari che si erano sempre espressi contrari allo stop”.

Solo in Italia, i minori etiopi adottati nel 2016 sono stati 366, da 306 coppie. E sono almeno cento le famiglie in attesa di una conferma. “Questa è la cosa che ci preoccupa maggiormente. Al momento – dichiara Arnoletti – non sappiamo che fine faranno le richieste in corso. Attendiamo gli sviluppi e intanto ci rimbocchiamo le maniche per rimetterci in moto con le relazioni internazionali, importanti ma molto difficili ed onerose in un momento economico così fragile”.

Tra i nomi famosi che hanno adottato bambini etiopi ci sono Angelina Jolie e Brad Pitt con la loro figlia Zahara Marley.

di Raffaella Scuderi – Fonte

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