Esposto al Consiglio superiore della magistratura da parte delle famiglie adottive che hanno denunciato i traffici di bambini tra la Repubblica Democratica del Congo e l’Italia. I genitori chiedono al Csm di valutare con attenzione tutti gli aspetti di compatibilità sulla nomina del presidente del Tribunale per i minorenni di Firenze, Laura Laera, a vicepresidente della Commissione per le adozioni internazionali (Cai). Il magistrato è stato candidato dal premier Paolo Gentiloni a sostituire Silvia Della Monica, l’attuale vicepresidente che ha scoperchiato lo scandalo sulle ritardate denunce dei pedofili e sulle presunte irregolarità nelle adozioni da parte dell’ente milanese “Aibi Amici dei bambini”. Ma perché la presidente del Tribunale venga trasferita al nuovo incarico è necessario il nullaosta dell’organo di autogoverno della magistratura. Nei giorni scorsi la candidatura di Laura Laera è già stata bocciata all’unanimità dal consiglio giudiziario della Corte d’Appello di Firenze, il cui parere però non è vincolante.

Il sindacato dei funzionari di Palazzo Chigi “Federazione lavoratori pubblici e funzioni pubbliche” intanto con un comunicato ufficiale indirizzato a Gentiloni si rimangia il sostegno espresso altrettanto ufficialmente il 31 marzo all’indagine del magistrato Della Monica sulla rete di pedofili e trafficanti. Un dietrofront del segretario generale Lauro Crispino che fa pensare a pressioni esterne contro l’organizzazione di categoria, anche se gli interessati smentiscono. Il comunicato-giravolta di Crispino, datato 7 aprile, è stato pubblicato ieri, 10 aprile, dalla pagina ufficiale su Twitter di Marco Griffini, presidente di Aibi, l’ente sotto inchiesta.

Il fascicolo con le denunce di una cinquantina di famiglie contro Aibi sarebbe stato recentemente trasmesso per competenza dalla Procura di Roma alla Procura di Milano. Se il Csm dovesse dare il nullaosta e il governo ufficializzare il nuovo incarico ai vertici della Cai ci si troverebbe di fronte a una curiosa coincidenza: Laura Laera da vicepresidente della Commissione per le adozioni internazionali indagherebbe su Aibi per le eventuali ricadute amministrative e il marito, Francesco Greco, procuratore di Milano, coordinerebbe l’inchiesta per gli eventuali risvolti penali.

Un’altra circostanza rende ancor più intricata la vicenda: «Perché Marco Griffini, come apprendiamo dal suo sito», si chiedono i genitori nell’esposto inviato anche al presidente della Repubblica, «ha deciso di portare false accuse contro la dottoressa Della Monica proprio all’attenzione del procuratore della Repubblica di Milano, nel mentre si compiace della nomina a vicepresidente della Cai della moglie di quest’ultimo?». La Procura di Milano, su richiesta del presidente di Aibi, dovrebbe dunque valutare l’operato dell’attuale vicepresidente della Cai, Silvia Della Monica, il cui incarico è conteso dalla moglie del procuratore.

Ovviamente della sovrapposizione di ruoli che si è venuta a creare i magistrati coinvolti non hanno alcuna responsabilità. Di loro parla l’integerrima storia professionale. Il problema è come Palazzo Chigi ha gestito l’inchiesta amministrativa fin dalle sue origini, decidendo di non rinnovare l’incarico a Silvia Della Monica nonostante le indagini siano ancora in corso. Per questo le famiglie adottive, che nell’esposto parlano anche delle minacce ricevute, chiedono particolare attenzione al Csm: «Nella grave situazione descritta, animati dal solo intento di difendere i diritti dei bambini e la credibilità delle istituzioni, riteniamo indispensabile sottoporre alla vostra autorevole attenzione le importanti questioni esposte, affinché il Consiglio superiore della magistratura, nell’assumere le sue determinazioni, non ometta di valutare tutti i delicati profili che abbiamo rappresentato e le loro ricadute». L’esposto oltre che al presidente Sergio Mattarella, al vicepresidente Giovanni Legnini e ai componenti del Csm è stato inviato anche al ministro della Giustizia, Andrea Orlando.

Nella lettera-dietrofront al premier Gentiloni della “Federazione lavoratori pubblici e funzioni pubbliche”, il segretario generale Crispino smentisce invece l’evidenza dei fatti: «Ad un esame più approfondito della questione», scrive, «abbiamo dovuto rilevare con rammarico che alcune affermazioni contenute nella lettera relative a comportamenti illegittimi relativamente a presunti conflitti di interesse sono destituite da ogni fondamento essendo la composizione della commissione stabilità per legge, sia per quanto riguarda “soldi pubblici erogati con un sistema distorto”, sia per quanto riguarda l’aver ipoteticamente tollerato che “i bambini siano trafficati, strappandoli alle famiglie di origine povere con l’inganno e con la forza del denaro”».

Questo aveva invece scritto il sindacato prima della giravolta: «La Commissione oggi non è più la sede in cui si consumavano conflitti di interesse perché vi sedevano illegittimamente controllori e controllati e in cui venivano erogati soldi pubblici con un sistema distorto, non è più il luogo in cui si possano tollerare che i bambini siano trafficati, strappandoli alle famiglie di origine povere con l’inganno o con la forza del danaro. E nel perseguimento di questo obiettivo, il personale della Commissione adozioni internazionali che ha lavorato al fianco del consigliere Della Monica è stato coinvolto in un percorso virtuoso, nel quale si è sentito valorizzato ed ha accresciuto la propria professionalità»

di Fabrizio Gatti – Fonte

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